
Titolo: Sfumature
Pairing: Aziraphale/Crowley
Fandom: Good Omens
Prompt: Mitologia - Cristiana
Parole: 621
Note: non betata as usual
Poteva un angelo amare un diavolo?
Se quell'angelo si chiamava Aziraphale probabilmente la risposta era sì.
Il che rendeva tutto piuttosto strano, perché tra le tante cose che si era immaginato nella sua vita, Aziraphale aveva escluso categoricamente l'idea di affezionarsi ad un demone. Eppure, quella stessa cosa che avrebbe dovuto essere la sua nemesi naturale, era quella che più probabilmente gli si avvicinava: entrambi conoscevano il significato di bene e male, giusto e sbagliato, morale e immorale. Sembravano sciocchezze, ma quando vivevi la tua vita da solo, senza qualcuno che potesse davvero comprenderle, beh, non erano sciocchezze.
Inoltre, c'era sempre stato qualcosa di strano in lui. Cioè, di strano in se stesso e anche in Crowley.
Crowley era un demone fuori dal comune perché insolitamente... gentile, accondiscendente e, se poteva concedersi un momento da esteta, anche visivamente gradevole. Già , Crowley rappresentava, forse, più di tutti, la tentazione in ogni suo aspetto. Forse proprio per la sua natura doveva attrarre e nel caso ci riusciva benissimo. Aziraphale, del resto, non era mai stato un angelo normale. Si era sempre contraddistinto dagli altri per avere una vena piuttosto... particolare, fuori dagli schemi, quasi anticonformista. Il che non si addiceva all'idea di buon angelo, che doveva essere semplicemente diligente e preciso, al cospetto di Gabriele. E sì, ovviamente Aziraphale rispettava Gabriele al centouno percento, tuttavia continuava a pensare che alcune cose, forse, non dovessero necessariamente andare come veniva detto. Per questo a volte il disegno del destino non era sempre preciso e, al tempo stesso, per questo forse c'erano delle sfumature in mezzo tra l'essere semplicemente angeli o demoni. C'era qualcosa in più, qualcosa che andava oltre quel semplice bianco e nero.
A volte, doveva ammetterlo, non c'era così tanta differenza tra lui e Crowley. C'era sicuramente un approccio diverso alla vita, ma molte volte i loro scopi erano condivisi. Lo dimostrava anche semplicemente la loro missione con l'Anticristo. Anzi, in quell'occasione avevano anche avuto modo di conoscersi meglio, di comprendere come sebbene i loro metodi fossero fondamentalmente diversi, i loro scopi avessero un solo obiettivo: rimanere sulla terra e stare bene. E nessuno, più dell'altro, capiva meglio la necessità di quella cosa.
Ed era in quel processo che Aziraphale aveva cominciato a comprendere qualcosa di importante, ovvero che oltre al grande disegno voluto da Dio, c'era altro, c'era ciò che voleva lui. E lui voleva stare con Crowley per sempre. Il che era molto egoista e molto poco corretto in quanto angelo, ma non era rilevante, non per lui. Forse lo sarebbe stato, però, per tutti gli altri? Forse avrebbe meritato l'esilio dal paradiso per questo? Del resto, non poteva certo desiderare così spasmodicamente la compagnia di un demone. Era sbagliato, troppo sbagliato. Eppure Aziraphale lo sapeva, dentro di sé, che forse Dio non avrebbe trovato sbagliato quel binomio, perché lui era buono e perché non avrebbe mai permesso dei limiti. O forse sì? Forse l'esistenza stessa del bene e del male era un limite.
Non lo sapeva, non ne era sicuro, e nessuno dei suoi libri sembrava contenere una risposta certa.
L'unica cosa che sapeva, purtroppo, era che forse il mondo sarebbe finito e lui non aveva il coraggio di fare ciò che più desiderava: seguire Crowley. Accettare una delle sue tante sconsideratissime propose e scappare via con lui, lasciandosi indietro tutto. Gabriele, l'apocalisse, l'Anticristo, qualunque cosa. Voleva semplicemente salire sulla Bentley e andare in giro ad assaggiare più cucine possibili con il suo vecchio compagno.
Fu proprio mentre appoggiò la testa sulla scrivania che la porta della sua libreria si aprì.
Si alzò in piedi e sorrise, trovando Crowley di fronte a sé.
Sì, forse avrebbe dovuto prendere il coraggio a due mani e farlo.
Doveva lasciarsi l'opportunità di amarlo.