[Capitolo 1] A new life
Feb. 8th, 2020 02:14 am![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Titolo: A New Life
Fandom: Pokémon
Coppie/Personaggi: Misty/Rudy
Wordcount: 1283 parole
Challenge: Cow-T, Missione 1 "Prepararsi al viaggio" / TEAM Aliante
Note: NON betata, da revisionare, ma insomma...
Angst.
Il tutto era cominciato un mercoledì mattina di Settembre.
Aveva messo piede fuori casa con la sensazione che sarebbe successo qualcosa di brutto; lo sentiva sempre quando stava per accadere. Era una sensazione che la pervadeva da cima a fondo e la faceva sempre un po' tremare. Aveva quel gusto di irrequietezza misto ad ansia che la schiacciava fino a farla sentire piccola piccola. Ogni passo diventava tremendamente pesante, ogni respiro assurdamente faticoso. Non era semplice nemmeno fare una cosa così basilare come camminare, appunto.
Stringeva tra le braccia il suo zaino, mentre sulle spalle sentiva un peso diverso, quello di qualcosa che stava per arrivare.
A volte, affinché le cose cominciassero ad andare davvero bene, qualcosa doveva essere lasciato indietro. Era una cosa che le ripetevano davvero in tanti e lei continuava a rigirarsi quella frase nella testa come se fosse stato un mantra. Amava e odiava quella frase, perché che caspita significava? Perché bisognava necessariamente chiudere qualcosa per stare meglio se quel qualcosa non era poi così negativo?
Misty aveva soltanto venticinque anni, ma di fondi ne aveva toccati parecchi. A partire dalla sua famiglia, che era un fondo per definizione: due genitori praticamente assenti partiti da giovani per un giro e mai tornarti, tre sorelle che più che sorelle, sembravano avere l'aspetto di sirene e l'anima di arpie. Eppure, nonostante ciò, quelle giornate sembravano davvero rappresentare un fondo ancora più basso, perché stavolta la causa di quel "tutto" era solo e unicamente colpa sua, sua e della sua fiducia nell'universo - e nel prossimo.
Quel mercoledì mattina era andata a prendere un po' di latte e di cibo per i suoi Pokémon. Aveva fatto colazione in un bar vicino al supermercato e aveva portato la sua squadra a riposare al centro Pokémon. Sapeva che il pomeriggio avrebbe disputato un incontro contro un ragazzino pronto a ricevere la sua medaglia e doveva essere preparata al meglio, eppure il carico sulle sue spalle era talmente pesante che non se ne parlava proprio di concentrarsi.
Non riusciva a smettere di sentire l'ansia dentro di sé, l'idea che qualcosa di brutto stesse per accadere non riusciva a scollarsi da lì. Si era alzata con quel presentimento e purtroppo per lei, di solito, quelle sensazioni erano sempre giuste - anzi, molto più che giuste.
Le squillò il PokéGear mentre era in cassa a pagare e soltanto dopo vide il messaggio del suo fidanzato, Rudy, comparire nelle anteprime delle notifiche.
"Torni per pranzo?"
A primo acchitto sarebbe potuto essere un messaggio qualunque, ma la ragazza sapeva che non era esattamente così sempre per lo stesso motivo, il peso sullo zaino, quello non determinato dallo zaino.
"Sì, vuoi qualcosa di particolare da mangiare?"
Visualizzato e nessuna risposta.
Misty intascò il telefono e sorrise mesta, mentre una stretta allo stomaco continuava a farle male, così male che forse avrebbe potuto vomitare.
La relazione con Rudy era qualcosa di complicato. Avrebbe potuto semplicemente ammettere che fosse idilliaca e che andava tutto bene, ma non era così, non andava sempre tutto bene. Era normale, però, no? Avere discussioni, diverbi, amarsi qualche giorno di più, qualche giorno di meno. Rispondersi bene, rispondersi male, fare l'amore e non farlo.
Misty rientrò a casa e appoggiò le chiavi sul tavolo. Le luci erano spente, ah, alla fine l'aveva lasciata da sola un'altra volta. Sistemò la spesa negli scaffali della cucina, chiedendosi per quale motivo aveva deciso di stare con una persona che forse nemmeno la voleva più così tanto. L'amore era una cosa strana, nei primi periodi sembrava sempre qualcosa a cui non avresti mai potuto rinunciare, ma dopo, più la quotidianità si addentrava nella vita, più l'amore sembrava scendere in secondo piano. Ma forse non era anche quello, l'amore? Riuscire a stare insieme ogni giorno e prendere insieme le abitudini? Misty non sapeva davvero cosa rispondersi, in fondo lei non aveva nemmeno mai avuto un esempio concreto di come si dovesse vivere una relazione.
Si sedette al tavolo, portandosi le mani sul viso, mentre il peso sulle sue spalle cresceva progressivamente. Sapeva bene cosa stava per succedere; erano settimane ormai che la cosa non stava andando e non sapeva più cosa fare. Aveva provato con tutta se stessa a recuperare almeno un qualche tipo di rapporto, ma ogni tentativo sembrava davvero un buco nell'acqua. Afferrare il vento a mani nude per poi rendersi conto che in fondo non aveva senso.
Incrociò le braccia sul tavolo, mentre le lacrime scorrevano sul suo viso.
C'era un solo esito possibile e non sapeva se voleva viverlo. Anni fa aveva rinunciato alla persona di cui si era innamorata davvero per stare con Rudy. Lui la amava, si era detta. La amava per ciò che era e forse davvero. Ma se non fosse stato così? Se fosse stato ciò che si raccontava per stare meglio con se stessa, in una relazione che non la rendeva davvero felice?
Misty si strinse nelle spalle.
No, lei Rudy lo aveva amato davvero. Ci aveva creduto profondamente fino in fondo. Qualcosa, però, aveva smesso di andare, ma non sapeva cosa.
E non avrebbe avuto risposte.
Fu solo una questione di giorni. Si ritrovò sul divano di casa con le ginocchia tremanti mentre lui, in piedi davanti a lei, andava su e giù nervosamente per la stanza.
Lui stava cercando di darle delle spiegazioni, ma nella sua mente c'era solo un buco nero nel quale c'erano dentro tutte le sue paure. Niente, nessuna risposta. Il peso sulle spalle era ancora lì, ma stava lentamente traslando verso il suo stomaco. La stava afferrando e stringendo fino a farle venire voglia di vomitare. Voleva farlo. Voleva alzarsi, piangere, urlare, sbattere i pugni.
Ma non lo fece.
Rimase semplicemente ad ascoltare seduta sul divano, guardando Rudy fare avanti e indietro, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Che avrebbe fatto di se stessa? Non lo sapeva. Lei era rimasta lì con lui rinunciando a tutto ciò che aveva prima di lui. Aveva lasciato il suo viaggio per costruire un futuro con una persona che forse non la aveva mai amata. O forse sì. Non lo sapeva, non più.
Si alzò solo quando Rudy smise di parlare.
"Hai bisogno di qualcosa?" le chiese, grattandosi dietro il collo. Misty non aveva aperto bocca.
"Mi stai mollando..." sussurrò, parlando dopo la sua mezz'ora di monologo.
"Sì, beh non..."
Misty si alzò e lentamente camminò verso la cucina, appoggiandosi alla parete.
Il peso era definitivamente sceso sullo stomaco.
*
Tornare a Cerulean era sia stato fare un passo indietro, sia farne uno in avanti. Aveva ritrovato la sua palestra e tutto ciò che aveva lasciato dopo la partenza con Ash. Erano anni che non vi metteva piede e tutto sembrava essere rimasto immobile. Tranne le sue sorelle, loro si erano mosse eccome. Avevano lasciato tutto a se stesso.
Forse era quello il suo destino. Prendere strofinaccio e secchio e pulire via la polvere dalla sua palestra. Perché sì, in fondo era sempre stata sua e lei l'aveva abbandonata. Non era stato un problema farlo per Ash. Andava bene, anzi, più che bene.
Qualcosa di Ash le dava energia; forse la sua forza di volontà, forse la voglia di guardare oltre o magari la sua ingenuità da ragazzino cresciuto in un posto davvero troppo piccolo per un'anima così grande.
Chissà come stava.
Avrebbe potuto provare a rintracciarlo, non aveva dubbi che avrebbe potuto farcela, non sembrava impossibile, Ash girava il mondo e incontrava un sacco di persone, avrebbe potuto provare a chiedere. Forse era ora di farlo, di riallacciare i contatti con il suo passato e aprire una nuova porta sul futuro. Riprendere ciò che aveva lasciato, riprovarci.
Sì, poteva farlo.
Era il momento di ricominciare una nuova vita.
Fandom: Pokémon
Coppie/Personaggi: Misty/Rudy
Wordcount: 1283 parole
Challenge: Cow-T, Missione 1 "Prepararsi al viaggio" / TEAM Aliante
Note: NON betata, da revisionare, ma insomma...
Angst.
Il tutto era cominciato un mercoledì mattina di Settembre.
Aveva messo piede fuori casa con la sensazione che sarebbe successo qualcosa di brutto; lo sentiva sempre quando stava per accadere. Era una sensazione che la pervadeva da cima a fondo e la faceva sempre un po' tremare. Aveva quel gusto di irrequietezza misto ad ansia che la schiacciava fino a farla sentire piccola piccola. Ogni passo diventava tremendamente pesante, ogni respiro assurdamente faticoso. Non era semplice nemmeno fare una cosa così basilare come camminare, appunto.
Stringeva tra le braccia il suo zaino, mentre sulle spalle sentiva un peso diverso, quello di qualcosa che stava per arrivare.
A volte, affinché le cose cominciassero ad andare davvero bene, qualcosa doveva essere lasciato indietro. Era una cosa che le ripetevano davvero in tanti e lei continuava a rigirarsi quella frase nella testa come se fosse stato un mantra. Amava e odiava quella frase, perché che caspita significava? Perché bisognava necessariamente chiudere qualcosa per stare meglio se quel qualcosa non era poi così negativo?
Misty aveva soltanto venticinque anni, ma di fondi ne aveva toccati parecchi. A partire dalla sua famiglia, che era un fondo per definizione: due genitori praticamente assenti partiti da giovani per un giro e mai tornarti, tre sorelle che più che sorelle, sembravano avere l'aspetto di sirene e l'anima di arpie. Eppure, nonostante ciò, quelle giornate sembravano davvero rappresentare un fondo ancora più basso, perché stavolta la causa di quel "tutto" era solo e unicamente colpa sua, sua e della sua fiducia nell'universo - e nel prossimo.
Quel mercoledì mattina era andata a prendere un po' di latte e di cibo per i suoi Pokémon. Aveva fatto colazione in un bar vicino al supermercato e aveva portato la sua squadra a riposare al centro Pokémon. Sapeva che il pomeriggio avrebbe disputato un incontro contro un ragazzino pronto a ricevere la sua medaglia e doveva essere preparata al meglio, eppure il carico sulle sue spalle era talmente pesante che non se ne parlava proprio di concentrarsi.
Non riusciva a smettere di sentire l'ansia dentro di sé, l'idea che qualcosa di brutto stesse per accadere non riusciva a scollarsi da lì. Si era alzata con quel presentimento e purtroppo per lei, di solito, quelle sensazioni erano sempre giuste - anzi, molto più che giuste.
Le squillò il PokéGear mentre era in cassa a pagare e soltanto dopo vide il messaggio del suo fidanzato, Rudy, comparire nelle anteprime delle notifiche.
"Torni per pranzo?"
A primo acchitto sarebbe potuto essere un messaggio qualunque, ma la ragazza sapeva che non era esattamente così sempre per lo stesso motivo, il peso sullo zaino, quello non determinato dallo zaino.
"Sì, vuoi qualcosa di particolare da mangiare?"
Visualizzato e nessuna risposta.
Misty intascò il telefono e sorrise mesta, mentre una stretta allo stomaco continuava a farle male, così male che forse avrebbe potuto vomitare.
La relazione con Rudy era qualcosa di complicato. Avrebbe potuto semplicemente ammettere che fosse idilliaca e che andava tutto bene, ma non era così, non andava sempre tutto bene. Era normale, però, no? Avere discussioni, diverbi, amarsi qualche giorno di più, qualche giorno di meno. Rispondersi bene, rispondersi male, fare l'amore e non farlo.
Misty rientrò a casa e appoggiò le chiavi sul tavolo. Le luci erano spente, ah, alla fine l'aveva lasciata da sola un'altra volta. Sistemò la spesa negli scaffali della cucina, chiedendosi per quale motivo aveva deciso di stare con una persona che forse nemmeno la voleva più così tanto. L'amore era una cosa strana, nei primi periodi sembrava sempre qualcosa a cui non avresti mai potuto rinunciare, ma dopo, più la quotidianità si addentrava nella vita, più l'amore sembrava scendere in secondo piano. Ma forse non era anche quello, l'amore? Riuscire a stare insieme ogni giorno e prendere insieme le abitudini? Misty non sapeva davvero cosa rispondersi, in fondo lei non aveva nemmeno mai avuto un esempio concreto di come si dovesse vivere una relazione.
Si sedette al tavolo, portandosi le mani sul viso, mentre il peso sulle sue spalle cresceva progressivamente. Sapeva bene cosa stava per succedere; erano settimane ormai che la cosa non stava andando e non sapeva più cosa fare. Aveva provato con tutta se stessa a recuperare almeno un qualche tipo di rapporto, ma ogni tentativo sembrava davvero un buco nell'acqua. Afferrare il vento a mani nude per poi rendersi conto che in fondo non aveva senso.
Incrociò le braccia sul tavolo, mentre le lacrime scorrevano sul suo viso.
C'era un solo esito possibile e non sapeva se voleva viverlo. Anni fa aveva rinunciato alla persona di cui si era innamorata davvero per stare con Rudy. Lui la amava, si era detta. La amava per ciò che era e forse davvero. Ma se non fosse stato così? Se fosse stato ciò che si raccontava per stare meglio con se stessa, in una relazione che non la rendeva davvero felice?
Misty si strinse nelle spalle.
No, lei Rudy lo aveva amato davvero. Ci aveva creduto profondamente fino in fondo. Qualcosa, però, aveva smesso di andare, ma non sapeva cosa.
E non avrebbe avuto risposte.
Fu solo una questione di giorni. Si ritrovò sul divano di casa con le ginocchia tremanti mentre lui, in piedi davanti a lei, andava su e giù nervosamente per la stanza.
Lui stava cercando di darle delle spiegazioni, ma nella sua mente c'era solo un buco nero nel quale c'erano dentro tutte le sue paure. Niente, nessuna risposta. Il peso sulle spalle era ancora lì, ma stava lentamente traslando verso il suo stomaco. La stava afferrando e stringendo fino a farle venire voglia di vomitare. Voleva farlo. Voleva alzarsi, piangere, urlare, sbattere i pugni.
Ma non lo fece.
Rimase semplicemente ad ascoltare seduta sul divano, guardando Rudy fare avanti e indietro, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.
Che avrebbe fatto di se stessa? Non lo sapeva. Lei era rimasta lì con lui rinunciando a tutto ciò che aveva prima di lui. Aveva lasciato il suo viaggio per costruire un futuro con una persona che forse non la aveva mai amata. O forse sì. Non lo sapeva, non più.
Si alzò solo quando Rudy smise di parlare.
"Hai bisogno di qualcosa?" le chiese, grattandosi dietro il collo. Misty non aveva aperto bocca.
"Mi stai mollando..." sussurrò, parlando dopo la sua mezz'ora di monologo.
"Sì, beh non..."
Misty si alzò e lentamente camminò verso la cucina, appoggiandosi alla parete.
Il peso era definitivamente sceso sullo stomaco.
*
Tornare a Cerulean era sia stato fare un passo indietro, sia farne uno in avanti. Aveva ritrovato la sua palestra e tutto ciò che aveva lasciato dopo la partenza con Ash. Erano anni che non vi metteva piede e tutto sembrava essere rimasto immobile. Tranne le sue sorelle, loro si erano mosse eccome. Avevano lasciato tutto a se stesso.
Forse era quello il suo destino. Prendere strofinaccio e secchio e pulire via la polvere dalla sua palestra. Perché sì, in fondo era sempre stata sua e lei l'aveva abbandonata. Non era stato un problema farlo per Ash. Andava bene, anzi, più che bene.
Qualcosa di Ash le dava energia; forse la sua forza di volontà, forse la voglia di guardare oltre o magari la sua ingenuità da ragazzino cresciuto in un posto davvero troppo piccolo per un'anima così grande.
Chissà come stava.
Avrebbe potuto provare a rintracciarlo, non aveva dubbi che avrebbe potuto farcela, non sembrava impossibile, Ash girava il mondo e incontrava un sacco di persone, avrebbe potuto provare a chiedere. Forse era ora di farlo, di riallacciare i contatti con il suo passato e aprire una nuova porta sul futuro. Riprendere ciò che aveva lasciato, riprovarci.
Sì, poteva farlo.
Era il momento di ricominciare una nuova vita.