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Titolo: Please see me
Fandom: Merlin BBC
Timeline: 5x13, missing moments (con cambiamento di alcune parti/battute) sulla magic reveal di Merlin
Prompt: Spirit in the sky - Keiino, missione 3 del cowt https://www.youtube.com/watch?v=3EmUmbhDRiY
Wordcount: 849 (landedifandom)
Note: non betata

C'erano due cose che a Merlin facevano assolutamente male dopo aver detto ad Arthur della sua magia: la prima era che non volesse nemmeno guardarlo negli occhi. Si era spostato dal suo tocco come se improvvisamente fosse fatto di fuoco. La seconda era che aveva dovuto tenere il segreto per tutto quel tempo e gli aveva confessato la cosa più profonda di se stesso in punto di morte. Si sentiva in colpa e sporco per questo, ma non voleva più mentire.

Aveva vinto la battaglia, non voleva nessun riconoscimento, non era quello lo scopo. Ma voleva mostrargli quanto fosse forte, quanto fosse in gamba. Non era mai stato uno sprovveduto o uno stupido. Voleva fargli sapere che la sua delusione prima che partisse era comprensibile, ma che non lo aveva lasciato davvero solo.
Tuttavia, allo stato delle cose, Merlin si sentiva come se lo avessero pugnalato al petto. Aveva forse fatto male a rivelare il suo segreto ad Arthur? Se avesse continuato a vivere forse, nella migliore delle ipotesi, lo avrebbe isolato da Camelot? Eppure conosceva bene il suo re, sapeva che non l'avrebbe davvero fatto. magari c'avrebbe pensato. Arthur non era soltanto il sovrano del regno, era... suo amico.

Il cuore cominciò a battergli forte nel petto quando si allontanò da lui per andare a cibare i cavalli. Gaius prese il suo posto, tenendolo d'occhio.

Abbassò gli occhi verso l'animale, accarezzandogli il muso.

Si sentiva sconfitto, affranto. Non sapeva bene che reazione aspettarsi da Arthur; anzi, forse era più che logica considerando che fino a quel momento chiunque aveva tentato di tradirlo o aveva tenuto dei segreti, tuttavia non riusciva a pensare di essere paragonabile a tutti gli altri. Aveva usato la magia sempre e solo per lui, non aveva fatto nient'altro che provare a salvargli la vita per anni e anni, senza chiedere niente in cambio se non la sua salvezza.

Appoggiò la fronte contro il muso del cavallo, accarezzandolo e sperando che Gaius riuscisse, in qualche modo, a far ragionare Arthur.

Quando tornò, Gaius gli fece un cenno rassicurante.
"Dagli tempo, capirà," disse, e Merlin serrò le labbra, annuendo. Si sentiva un mostro. Sentiva la propria pelle scomoda, ma avrebbe dovuto far capire ad Arthur che non era diverso da ciò che era prima della sua rivelazione.

Merlin si avvicinò di nuovo a lui e lo sistemò. Gli rimanevano solo poco più di due giorni, non avrebbe permesso che Arthur morisse, né che pensasse di lui cose orribili. Usò la magia per proteggerlo più volte in quello stesso giorno. Arthur fu costretto a guardare ogni volta e Merlin sapeva benissimo che ogni volta, ogni passo, il re era costretto ad ammettere a se stesso che la magia non era per forza malvagia. Tuttavia, era consapevole anche del fatto che era sempre la magia, ad aver scatenato le guerre - anche se, per essere perfettamente esatti, era Uther, con la sua crudeltà e il suo retaggio, ad aver scatenato tutto.

"Non riesci nemmeno a guardarmi?" chiese Merlin, sistemando Arthur e appoggiandolo contro un albero con delicatezza.

Arthur teneva lo sguardo basso, un po' per il dolore, un po' perché non riusciva a fronteggiare Merlin.

"Sono la stessa persona che ero qualche ora fa, Arthur," rispose, addolorato.

"Lo so ma... come hai potuto tenermelo nascosto per così tanto tempo..."

Le lacrime cominciarono a sgorgare dagli occhi di Merlin, appoggiò le mani sul petto di Arthur, costringendolo a voltarsi.

"Non lo so, io non volevo che dovessi scegliere cosa fare. Non volevo..."

Arthur spalancò gli occhi e le labbra, cercando le parole giuste senza trovarle.
"Tu... eri preoccupato per me?" chiese, mettendo più enfasi nell'affermazione finale.

"Sì, io ero preoccupato per te, io sono sempre preoccupato per te. La mia vita è servirti, io non posso vivere senza di te, Arthur. Per questo non permetterò che tu muoia."

E finalmente, i loro sguardi si incrociarono. C'era qualcosa di diverso adesso, Arthur sembrava aver compreso le sue parole e non aver più paura.

Appoggiò una mano, con fatica, sulla sua testa.

"Sei sempre tu," mormorò, "sei sempre stato tu... anche quando mi sono svegliato e ho sognato la tua voce."

Merlin annuì.

"Quando dicevo che eri codardo o... che non contavi niente, Merlin," Arthur fece una pausa, "io non l'ho mai pensato, sei... la persona che più di tutte mi è rimasta accanto."

Il mago abbassò lo sguardo.
"Grazie," sibilò il re, cercando di attirarlo a sé per un abbraccio goffo. Merlin provò poco dopo a separarsi per non pesare sul suo corpo, sebbene sentisse quel calore come qualcosa di necessario. Non voleva davvero perdere quella stretta, anche perché non sapeva se ne avrebbe mai ricevuta un'altra.
"Resta qui con me fino a quando non ripartiremo," sussurrò Arthur nel suo orecchio, "voglio averti vicino."

Merlin annuì.
"Prendo la coperta," rispose, separandosi soltanto un attimo e sistemandosi al suo fianco dopo averlo messo comodo a sua volta.

Arthur chiuse gli occhi.

"Resta con me..." sospirò, Merlin si avvicinò al suo volto e appoggiò due dita all'altezza del collo per sentire il battito cardiaco.

"Sono qui." Fece una pausa. "Sarò sempre qui."
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