[one shot] Blue blood
Apr. 3rd, 2019 08:37 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Prompt: blu per il cow-t per la squadra Eva-Lirica
Wordcount: 624 parole
Il sangue che sgorgava fuori dal suo corpo era blu e adesso lo era anche la sua camicia. Le macchie non sarebbero andate via facilmente, il thirium, così si chiamava, era difficile da cancellare.
Mentre Hank teneva Connor tra le sue braccia, l'unica cosa che riusciva a pensare era quanto si sentisse un fallimento, quanto avrebbe potuto salvarlo ma, comunque, al tempo stesso, non lo avesse fatto.
Non era facile per lui, riuscire a gestire un'altra morte. Perché sebbene Connor non fosse certamente umano e la CyberLife avesse chissà quanti rimpiazzi del suo modello, qualcosa si sarebbe perso di lui, e l'idea di vedere i suoi occhi fissi nel vuoto, lo faceva sentire di merda. Ed Hank era stanco di sentirsi di merda. Per questo, ogni volta che lo vedeva tornare, Hank si arrabbiava, ma più con se stesso che con Connor.
Perché nonostante le sue mani fossero ancora macchiate del suo sangue, lui era lì, in piedi, vivo. Un po' meno Connor, un po' più macchina, sempre più androide e sempre meno umano.
Non poteva sopportarlo.
Non poteva nemmeno credere che quello fosse davvero l'essere per cui stava provando un minimo di affezione, dopo anni in cui noncurante, sentiva di non avere più legami, se non al massimo quello con il suo cane, Sumo. L'unico fedele che gli era rimasto, l'unico essere vivente dentro al quale scorresse sangue che non fosse blu, al quale voleva davvero bene.
Si sentiva stupido, come aveva potuto cambiare idea così tanto? Passare da un disinteresse totale nei confronti degli androidi, un disinteresse che virava verso l'odio, fino a un voler così bene a uno di questi da ritrovarsi a piangere su di lui?
Il punto è che era diverso. Se le altre volte c'era una speranza di ritrovarsi il solito Connor davanti, in quel momento sapeva perfettamente che quella speranza era appena diventata vana, perché sì, Connor non sarebbe quasi sicuramente più tornato e non poteva farci niente. La CyberLife non ne avrebbe mandato un modello deviante e il Connor che conosceva, quello che aveva imparato ad apprezzare - forse anche più del dovuto,- non c'era più. Quel coglione di plastica se ne stava lì, morto tra le sue braccia, perché lo aveva difeso. Sì, lo aveva difeso. Si era parato di fronte a lui e aveva combattutto contro una sorta di gemello cattivo per salvarlo. Vista da fuori, sembrava solo una storia paradossale, qualcosa che lui personalmente non avrebbe mai potuto vivere. Lui, salvato da un androide e in parte, anche forse intenerito da un androide. Il suo cuore burbero si stava lentamente sciogliendo grazie a Connor, che col suo essere logico e freddo, gli stava insegnando di nuovo ad amare. Perlomeno a modo suo. Che era un modo goffo, impreciso e totalmente differente dal suo essere macchina. I due lati di Connor sembravano talvolta scontrarsi, devianza contro logicità, sentimento contro ragione.
Mentre era lì e lo stringeva a sé, Hank si chiedeva come avrebbe fatto a continuare la sua vita senza di lui e come fosse possibile che in così breve tempo, si fosse già abituato perfettamente alla sua presenza. Che alcune volte sembrava ingombrante, scomoda, anche quando lo accompagnava in bagno dopo una sbronza un po' troppo pesante, ma altre volte sembrava necessaria, vitale.
Hank non avrebbe potuto davvero lavare il thirium via da quella camicia, perché farlo sarebbe equivalso a toglierlo anche dalla propria vita.
Arrivò a casa distrutto, si spogliò e notò dei residui di sangue blu sulla propria pelle. Quale doccia avrebbe potuto togliere la sensazione che stava provando?
Chiuse gli occhi e si buttò sul divano.
Gli androidi avevano perso la rivoluzione, citò la tv.
Hank prese la pistola.
Forse far parte di quel mondo, non era poi così necessario.