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Titolo: Di Wooper mancati e incontri casuali
Fandom: Pokémon
Rating: Safe
Warning: What if, Ash e Misty si conoscono in modalità totalmente diversa da quella dell'anime/canon. E anche le loro età sono diverse (14 anni).
Prompt: Anfibio
Note: Fanfiction scritta per il Cow-T per la squadra Eva-Lirica.
Nota 2 (importante)/Riferimento: Wooper è un Pokémon anfibio
Wordcount: 1574 (ldf)


Misty si diresse verso la riva del lago, estrasse la Pokéball e si acquattò tra i cespugli e aspettò che uscisse dall'acqua. La sua preda, quel giorno, era un Pokémon anfibio piuttosto piccolo e con dei disegni sul suo stomaco. Niente di speciale, era un semplice Wooper, ma stava aspettando il momento perfetto per catturarlo.

Questa specie di Pokémon usciva dall'acqua solo nel momento in cui aveva bisogno di procacciarsi del cibo e, solitamente, lo faceva in gruppo.

Misty prese la Pokéball e la ingrandì, pronta a mandare il suo Starmie per combattere contro l'ignara creatura, la quale stava per uscire dall'acqua.

Non appena mise piede sulla terra ferma, Misty si alzò con uno scatto e lanciò Starmie a combattere contro il Pokémon.
"Azione!" esclamò, puntando il dito contro uno dei Wooper, il quale rispose con un pistolacqua decisamente poco efficace.

Misty fece un sorriso vittorioso e si sporse in avanti mentre i due Pokémon continuavano a combattere, prese la sfera vuota e la ingrandì, pronta a catturare la sua preda.
Tuttavia, qualcosa la interruppe esattamente nel momento in cui stava per lanciare la Pokéball.

Un ragazzo, lontano tra gli alberi, aveva lanciato il suo Pikachu in un combattimento, il quale correva ad una velocità inaudita verso il Wooper puntato da Misty.

"Fermati Starmie!" esclamò, vedendo il Pikachu attaccare il Pokémon per cui aveva atteso. Strinse i pugni; era andato K.O e forse quell'allenatore avrebbe lanciato la Pokéball rubandole il frutto in un suo appostamento.

No. Non poteva permetterlo.

Misty si sovrappose tra il piccolo Wooper e Pikachu, il quale rimase di fronte a lei con aria minacciosa, lasciando sfuggire scintille dalle sue piccole gote rosse.

"Fermati!" esclamò una voce maschile, probabilmente appartenente all'allenatore del piccolo roditore giallo.
L'allenatrice ritirò Starmie dalla battaglia, facendolo tornare nella propria sfera.

"Scusami," esordì il ragazzo. Davanti a lei vi era un ragazzino sui quattordici anni, con un cappellino rosso e una giacchetta sul blu. Aveva l'aria tranquilla, ma Misty non poteva farsi scorrere addosso ciò che era successo.

Nel frattempo, Wooper aveva ripreso a strisciare a terra nel tentativo - piuttosto miserabile - di alzarsi.

"Non volevo rubartelo, ho visto soltanto dopo che stavi lottando anche tu. Prendilo!" esclamò il ragazzo, guardando la Pokéball vuota nella mano dell'allenatrice.

Misty osservò il Wooper inerme.

"Non sarebbe giusto, tu lo hai finito con il tuo Pikachu," disse, agganciandosi di nuovo la Pokéball ai pantaloncini, "non posso catturarlo."

L'allenatore la guardò, prese dal proprio zainetto quella che riconobbe essere una superpozione, e la spruzzò sopra il Wooper ferito.

Il piccolo Pokémon anfibio cominciò a rimettersi lentamente in piedi e, con una piccola spinta da parte di Pikachu, si tuffò di nuovo nell'acqua del lago.

"Ecco, direi che abbiamo risolto," disse il ragazzo, alzandosi e avvicinandosi a Misty, porgendole la mano.
"Mi chiamo Ash," esordì, "vengo da Biancavilla."

"Misty," strinse a sua volta la mano del ragazzo, sfoggiando un sorriso un po' perplesso. Non si sarebbe mai aspettata un simile gesto. Un qualunque altro allenatore avrebbe semplicemente catturato il Pokémon al posto suo, ma non lui.
"Misty... ho già sentito questo nome."
"Sono una delle sorelle Waterflower, capopalestra di Cerulean City."

"Oh!" Ash si esaltò e i suoi occhi brillarono. Sembrava un ragazzo pieno di energie e, se da un lato lo odiava un po' per averle soffiato l'opportunità di catturare un Wooper, dall'altro si sentiva stranamente incuriosita dalla sua persona.

"Devo aver battuto le tue sorelle allora," disse, sfoggiando la medaglia goccia. Misty tornò seria.

"Sì, presumo di sì. Loro... non si concentrano molto sui combattimenti," infilò i pollici nelle tasche, facendo le spallucce.

"Ho notato. Mi hanno praticamente regalato questa medaglia dopo averle aiutate a salvare la palestra."
Misty si voltò di scatto.
"Salvare?"
"Beh sì. Un trio di ladri la stava attaccando e sono riuscito a impedir loro di rubare tutti i Pokémon. Voi... non parlate molto, eh?"
Guardò Ash con estrema freddezza, sedendosi poi su un masso lì vicino. I suoi piedi potevano quasi sfiorare l'acqua.

"Quasi per niente."

"Però tu non sembri come loro, Misty," Ash si avvicinò a lei, sedendosi sul masso. "Sembri... forte!" esclamò, sorridendole. Il cuore di Misty si fece stretto per qualche attimo, guardando la faccia di quel ragazzo così ingenuo brillare per qualche secondo. Si godette quella sensazione, prima di tornare alla realtà.

"Non lo so. Non mi hai nemmeno vista lottare..."

"Non ne ho bisogno. Anche se ovviamente mi farebbe piacere fare uno scontro con te. Il punto è che lo riconosco dagli occhi," disse, puntandole un dito contro, perfettamente piazzato sopra il naso.

Misty si strinse nelle spalle, sentendosi a disagio. Cosa c'era da vedere nei suoi occhi di tanto eccezionale?

"Cosa?"
"Che sei determinata. Hai quella scintilla e sai, io la riconosco bene perché non ce l'hanno tutti. E' quella che ti rende diverso dagli altri, che fa capire quanto vuoi davvero diventare un allenatore di Pokémon..."

"Oh."

"E' la stessa che ho io, per questo lo capisco," il ragazzo si infilò le mani in tasca e la guardò come chi la sapeva lunga. Misty si sentì vagamente a disagio, perché nell'arco di cinque minuti, quello sconosciuto aveva saputo leggerla meglio delle sue sorelle in quattordici anni.

Abbassò lo sguardo, notando come il Pikachu, aggressivo fino a poco prima, adesso fosse estremamente tranquillo e seduto ai piedi dell'allenatore.

Sembravano essere molto in sintonia.

"Allora ti ringrazio. Immagino sia un bel complimento," disse, scostandosi una ciocca di capelli arancioni dietro l'orecchio.

"Probabilmente il migliore che io potessi farti, credimi," rispose Ash, sorridendole a trentadue denti.
"Beh... grazie ancora. Io adesso, sai, dovrei andare."
"E Wooper? Non vuoi più provare a catturarne uno?" Ash le indicò il lago. "Ce ne saranno tantissimi, sono certo che puoi riprovarci."
Misty scosse la testa, sorridendo serena.

"Non m'interessa più. Credo... di aver trovato qualcosa di meglio, oggi."

Ash la guardò con aria interrogativa, aspettando il resto di un'affermazione che non arrivò mai. Misty si diresse verso la propria bicicletta, posizionandosi per partire.

"Pensi che ci incontreremo di nuovo?!" esclamò Ash, correndole incontro prima che la ragazza partisse.

"Perché no? Il mondo non è così grande, in fondo," Misty mise il piede sul pedale e gli fece l'occhiolino. Avrebbe potuto rimanere arrabbiata, ripensare alla sua "caccia" andata male, ma invece decise di prendere quello come un segno del destino.

Una volta finita la sua formazione, sarebbe dovuta tornare alla palestra di Cerulean e dimostrare a tutti chi era e chi poteva essere Misty Waterflower.

Si spinse in avanti, proiettata verso il suo prossimo obiettivo: diventare la capopalestra di Pokémon d'acqua più forte di Kanto.



***



"E fu così che tuo padre, un giorno, tornò alla palestra di Cerulean per sfidarmi..."

Misty accarezzò i capelli rosa della bambina distesa nel letto e sorrise dolcemente, mentre una lampada con delle stelle roteava illuminando la stanza, donando al tutto un'atmosfera sognante.

"Ancora mamma! Raccontami ancora di come tu e papà vi siete conosciuti," la piccola tese la manina verso di lei, stringendo con l'altra un pupazzo di un Wooper.

Misty sorrise, aggiustandole le coperte.

"Domani sera ti racconterò un'altra parte della storia, che ne dici?" surrussò, abbassandosi per baciarle la fronte. I lunghi capelli arancioni sfiorarono la coperta.

Sulla porta, più lontano, Ash era appoggiato allo stipite e guardava la scena con aria intenerita. Misty si voltò verso di lui, mentre la bambina cominciava a chiudere gli occhi lentamente, stringendosi al pupazzo.

Ash si avvicinò a sua volta, accarezzando i capelli della piccola, la quale si sistemò di lato, ormai praticamente rapita dal sonno.

"Usciamo," disse Misty, muovendo praticamente soltanto le labbra e chiudendosi la porta alle spalle con lentezza, cercando di far meno rumore possibile.

"Ha voluto che tu le raccontassi di nuovo del nostro incontro, mh?"

Misty annuì.

"Non riuscirà mai a sentire il resto della nostra storia, ogni sera vuole che le ripeta com'è iniziata..."

Ash circondò la vita della moglie, stringendola a sé.

"Un giorno forse potrai raccontarle di come ti ho battuta quella volta..."

La giovane donna diede un colpetto sulla fronte del marito.

"Forse, o forse potrei raccontarle di come ti ho battuto vendicandomi per il Wooper perso quella volta..."
"Beh, potresti anche dirle che però, per scusarmi, te ne ho regalato uno."

Misty sorrise, baciandolo a stampo e circondando con le braccia il suo collo.

"Mh, sì, forse... Ma credo che le racconterò solo le mie grandi gesta per ispirarla a diventare una grande donna."

"O magari una grande capopalestra."
Misty si voltò verso la porta chiusa.
"Sarà lei a decidere chi vorrà essere e io non farò altro che appoggiarla, a prescindere che voglia diventare la nuova capopalestra di Cerulean o no."

"Chiunque deciderà di essere, sono sicuro che sarà in gamba. E sai perché?"

"Perché è nostra figlia?"
"Perché ha quella scintilla, Misty. La stessa che avevi tu quando ci siamo incontrati, la stessa che ho io da sempre. Con quella, sicuramente, non potrà essere niente meno che una futura donna piena di energia."

"Hai ragione," la donna annuì, staccando per qualche attimo le braccia dal marito. "Chissà se anche lei incontrerà qualcuno che cercherà di rubarle il suo Pokémon..."
Ash roteò gli occhi.

"Non stavo cercando di rubartelo!" rispose, con il tono di chi stava ripetendo quella parola per l'ennesima volta.
Misty rise e scese al piano di sotto, invitando l'altro a fare lo stesso.

Di certo non aveva catturato un Wooper, quel giorno di diciassette anni prima, ma forse aveva decisamente preso il cuore di qualcun altro.

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