Naufragio

Mar. 2nd, 2019 10:43 pm
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Fandom: Pokémon
Personaggi: Ash Ketchum
Prompt:Sabbia a perdita d' occhio, tra le ultime colline e il mare. (Alessandro Baricco, Oceano mare)
Wordcount: 648 (ldf)
Note: la storia partecipa alla nona edizione del Cow-T di Lande di Fandom per la squadra Eva-Lirica
Rating: Safe 


C'era sabbia ovunque.

Si alzò di fretta, cercando di capire dove fosse finito. Destra, sinistra, ovunque guardasse riusciva soltanto a vedere sabbia, sabbia e ancora sabbia e mare.

Si portò una mano sulla fronte, cercando di capire dove fosse. Non riusciva a riconoscere niente di quel luogo, né per quale motivo si trovasse lì. Intorno a lui vi erano soltanto detriti e pezzi di legno che sembravano appartenere ad un'imbarcazione di qualche tipo.

Provò a muoversi lentamente, la gamba gli faceva male e anche il resto del corpo non era messo troppo bene. Si sfiorò il viso. La mano si macchiò di sangue.

In tutto ciò, provava a sforzarsi per parlare, ma non aveva voce.

Affannava, affannava e provava a cercare di gridare aiuto, ma nessuno poteva sentirlo. Era muto, totalmente.

Il cielo sulla sua testa era chiaro, limpido, fin troppo per quanto lo riguardava. Quasi gli dava fastidio.

Allungò una mano in avanti, tendendola verso qualcosa o qualcuno, ma non c'era niente da afferrare, nessuno che la poteva realmente stringere.

Crollò sulle ginocchia, la sabbia sotto di lui era rovente, ma sembrava non essere la cosa peggiore. Era su un isola, o era all'inferno?

Chiuse gli occhi, cercando di recuperare i ricordi. Come si chiamava? Dove era? Perché era lì? Ma soprattutto, dove erano i suoi Pokémon?

Era la sua unica certezza, doveva averne. Lo sapeva che li aveva, era... era un allenatore di Pokémon. Sì, questo riusciva distintamente a ricordarlo. Almeno questo...

Pikachu!

Pikachu, ecco qual era stato il suo primo Pokémon. Avevano avuto un inizio difficile, ma gli voleva bene, riusciva a ricordarlo. Perché non era con lui? Che fosse in mare?

Istintivamente corse verso la battigia e i suoi piedi affondarono nella riva, trovando una sabbia inaspettatamente morbida e fresca.

Cominciò a guardare sotto di lui, l'acqua era limpida e poteva vedere il fondale; era principalmente composto da sabbia e qualche ciottolo, conchiglie qua e là, ma niente che potesse sembrare qualcosa di familiare o di cui avesse i ricordi. Soltanto acqua a perdita d'occhio e detriti qua e là.

Quasi sicuramente c'era stato un incidente ed era sopravvissuto per miracolo, questa era l'unica congettura che riusciva a fare. Ma come? E perché era l'unico? Avrebbe dovuto poter vedere almeno qualcos altro oltre a se stesso e a quei pezzi di legno.

Crollò di nuovo con le ginocchia, stavolta per metà immerso nell'acqua fredda, così fredda che sembrava provenire più dall'oceano che dal mare.

Riuscì finalmente ad emettere un gemito di dolore, paura; la sua voce stava lentamente tornando.

"Aiuto..." sibilò, piano.

"Aiuto..." ripeté, e la voce uscì con un poco più di energia, mentre nella sua mente riaffiorava almeno il ricordo del proprio nome.

"Ash... mi chiamo Ash," sussurrò, guardandosi le mani. Erano ancora sporche di sangue, soltanto una delle due era ricoperta da un guanto verde vagamente strappato. Cercò intorno a lui qualcosa che potesse permettergli di scrivere, ma non trovò niente.

Era fondamentale cercare di riuscire a trovare almeno qualche strumento che gli ricordasse chi era, in modo da non perdersi di nuovo. Non poteva sapere cosa sarebbe successo da lì a quel momento, e avere almeno un pezzo di carta, qualcosa che gli permettesse di tenere conto dei giorni trascorsi lì, sarebbe stata la cosa più saggia da fare. Lo aveva letto in alcuni libri.

Cercò disperatamente nelle tasche della propria giacca bagnata fradicia e in un cappotto che aveva trovato sulla riva, ma niente, sembrava essere tutto completamente vuoto.

Prese comunque le poche cose che trovò, pensando che sarebbe stato utile provare a conservarle. Da quel momento la sua vita si sarebbe divisa tra la possibilità di vivere o quella di morire.


La seconda, dopo troppo tempo da solo - non avrebbe saputo definire quanto, aveva segnato su una corteccia i giorni, ma sembrava un eternità, - sembrò l’opzione migliore.


Il sangue macchiò la purezza dell’acqua limpida della spiaggia.

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