Il mare dentro
Mar. 2nd, 2019 11:10 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
Rating: PG
Personaggio: Misty
Prompt: Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare. (Alessandro Baricco, Oceano mare)
Parole: 577 w
Note: Scritta per il cow-t per la squadra Eva-Lirica di Lande Di Fandom
La sabbia era rovente sotto i suoi piedi. Erano le due del pomeriggio e gli avevano sempre detto che non sarebbe dovuta stare così tanto al sole, ma Misty non poteva farci niente, adorava il mare. Adorava sentire il rumore delle onde e l'odore dell'acqua, perché sì, ovviamente aveva un suo odore ed era qualcosa che la tranquillizzava. Era un profumo familiare, che la faceva sentire a casa.
Fin da piccola aveva sempre saputo che sarebbe diventata una maestra di Pokémon d'acqua, era il suo elemento e portava il colore dei suoi occhi. Le sue sorelle erano semrpe state quelle bellissime, talentuose, fantastiche, ma lei... lei era quella che l'acqua la sentiva davvero scorrere nella propria anima, nel proprio essere.
Quando i suoi genitori le abbandonarono, tutte e quattro, per partire per un viaggio dal quale non sarebbero tornati, Misty si arrabbiò per settimane. L'idea che improvvisamente le sue sorelle l'avrebbero dovuta crescere, in qualche modo, la faceva sentire a disagio. Non voleva essere cresciuta da tre ragazzine viziate che non riuscivano a comprendere l'importanza dell'eredità che avevano tra le mani.
La palestra di Cerulean, infatti, prima apparteneva a sua madre ed era lei ad occuparsene, ma dopo la sua scomparsa soltanto le sue sorelle maggiori avrebbero potuto, legalmente, consegnare la medaglia goccia. Era ingiusto.
Loro non amavano i Pokémon quanto lei, loro non tenevano davvero a quella palestra, né, tantomeno, a tutto ciò che portava con sé. Loro non potevano capire quanto l'acqua e tutto ciò ad essa connessa fosse importante per lei.
Per questo Misty, compiuti dodici anni, decise di andarsene.
Prese la propria sacca, vi buttò dentro qualche provvista e prese la sua bicicletta. Non sapeva neanche dove sarebbe andata, ma avrebbe sicuramente cominciato dal mare. Si sarebbe allenata per anni e poi, forse, un giorno sarebbe tornata per far capire alle proprie sorelle quanto si sbagliavano, quanto in realtà fosse lei l'unica vera erede della palestra.
Le ripetevano continuamente che non era abbastanza brava, abbastanza bella, come se la bellezza potesse davvero essere un criterio di valutazione per la bravura. Quante sciocchezze.
Prima di partire, però, tornò al mare un'ultima volta.
La spiaggia sulla quale andava da quando era bambina, il proprio "posto felice".
Si sedette sulla riva, con l'acqua che di tanto in tanto le bagnava i piedi. Cominciò a pasticciare con la sabbia bagnata, costruendo un castello di dubbia bellezza, mentre intorno a lei dei bambini giocavano contenti con uno Staryu.
Sorrise, chiedendosi se stesse facendo la scelta giusta. Non aveva detto niente a Lily, Daisy e Violet, non era importante. Voleva fare una scelta per se stessa e poi, in fondo, sarebbe davvero importato a loro? Non l'avevano mai considerata, se non per offenderla o sentirsi migliori.
Si alzò in piedi, guardando di fronte a sé. Il mare si perdeva sotto i suoi occhi, era una distesa azzurra, limpida. Le dava forza, la faceva sentire... viva.
Avrebbe cominciato quel viaggio e non sarebbe tornata indietro, almeno finché non sarebbe stata veramente pronta.
Prese la sacca e guardò al suo interno.
Pokéball? C'erano.
Cibo? Qualche provvista.
Tutto ciò di cui aveva bisogno, insieme a un paio di vestiti di ricambio, qualche medicinale e dei soldi.
Salì sulla bicicletta e cominciò pedalare. Non sapeva nemmeno come andare, ma cominciare almeno a lasciarsi alle spalle Cerulean, sembrava un ottimo inizio.
Sarebbe diventata la miglior capopalestra di Pokémon d'acqua, avrebbe fatto mangiare la polvere alle sue sciocche sorelle. Ce l'avrebbe fatta, ne era sicura.