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[One Shot] Il bacio di un servo
Titolo: Il bacio di un servo
Fandom: Merlin
Rating: Safe
Pairing: Arthur/Merlin (ma solo verso la fine), accenno alla Arthur/Gwen
Warning: nessuno in particolare.
Note: la fic è ambientata durante - circa - la quarta stagione, considerando che Uther è in fase "trauma".
Prompt: Anfibio
Wordcount: 2489 (ldf)
Note 2: Fanfiction scritta per il cow-t per il team Eva-Lirica. Ho usato la scusa più vecchia del mondo per il prompt: Arthur si trasforma in un rospo e... il resto beh, indovinatelo voi ;)
Come sempre: la fanfiction non è riletta e non è betata. Un giorno, forse, lo sarà.
Quando Merlin se lo ritrovò di fronte agli occhi quasi non volle crederci.
Arthur Pendragon stava gracidando di fronte a lui sotto la forma di un... rospo. Se da un lato avrebbe voluto seriamente dispiacersi per lui, dall'altra non poteva - quasi - far a meno di aver voglia di ridere.
Merlin lo prese tra le mani; certo era un vero disastro: adesso trovare un contro-incantesimo per farlo tornare normale sarebbe potuto essere un compito più difficile del previsto.
"Dovremo inventarci qualcosa," disse il mago, guardandosi intorno, "e sperare che Gaius abbia qualche rimedio per te."
Non poteva usare la magia per aiutarlo, o almeno non così palesemente. Sarebbe stato troppo rischioso e non poteva avere la garanzia che Arthur avrebbe perso la memoria una volta tornato umano. Anzi, le possibilità erano minime.
Era successo tutto durante uno scontro con Morgana, la quale aveva lanciato un incantesimo potentissimo su di lui. La maledizione, apparentemente, doveva essere permanente, ma Merlin sapeva benissimo che ci sarebbe stato un modo per salvarlo, al di là di ciò che diceva la giovane strega.
Arthur gracidò e Merlin poté quasi percepire il disappunto da quel verso.
"Sì, lo so, 'Merlino fammi tornare al più presto come prima', posso sentirti parlare anche mentre sei un maledetto rospo" esclamò, esasperato. Appoggiò il principe - o ciò che ne rimaneva - sul letto e lo guardò intensamente, puntandogli il dito contro.
"Ora rimarrai qui, non ti muoverai e aspetterai che chiami Gaius. Non muoverti per nessun motivo. E so cosa stai pensando: 'Non prendo ordini da te, Merlino', perfetto, di solito alzerei gli occhi al cielo e... no, anzi, anche oggi lo farò." Merlin guardò verso il soffitto e poi di nuovo Arthur. "Quindi, hai capito bene?"
In tutta risposta, Arthur emise un verso, sistemandosi piano sulle coperte.
Merlin fece un cenno con la testa e chiuse alle proprie spalle la porta della stanza.
Se solo avesse potuto usare lui stesso la magia, forse sarebbe stato più semplice.
***
"Un rospo?" Gaius si lasciò scappare una risata, finendo di distillare un siero per Uther. Le condizioni del Re peggioravano di giorno in giorno e di certo Camelot non poteva permettersi la perdita del principe in un momento simile. Fortunatamente Merlin lo aveva protetto a dovere, ma non era bastato a impedire quella trasformazione, apparentemente.
"Morgana è una maga molto potente, non sarà facile contrastare la sua magia..." osservò il vecchio medico, imbottigliando il distillato. "Dobbiamo trovare subito una soluzione. Ecco, prendi quei libri," indicò una serie di manuali su uno scaffale e Merlin si allungò a prenderne uno.
"Non potrei semplicemente preparare qualche genere di amuleto? O... non so, provare a fare una magia indiretta."
Gaius si strinse nelle spalle.
"Vedi Merlin, la cosa buffa è che la maggior parte delle magie che implicano la trasfigurazione in un animale, richiedono un gesto... d'amore. In questo caso, se l'incantesimo è quello che penso, solo un atto d'amore potrebbe far tornare Arthur come prima."
Merlin aggrottò le sopracciglia, confuso.
"Dovrebbe bastare chiamare Gwen per questo."
Gaius inarcò il sopracciglio.
"Forse. Non sono convinto che sia così semplice. Altrimenti perché Morgana lo avrebbe fatto?" sfogliò le pagine del libro, cercando una voce riguardante le maledizioni con umani trasfigurati in animali di vario tipo. Gaius aveva ragione, in effetti Arthur era stato proprio trasformato in un rospo.
"Solo il bacio del vero amore..." lesse Gaius, alzando lo sguardo verso Merlin, il quale lo guardò con fare interrogativo.
"Gwen."
Gaius sistemò la lente d'ingrandimento che usava per leggere e scosse la testa.
"Non credo che sia Gwen la soluzione. Il legame di cui parla questo incantesimo è... molto profondo e da ciò che sappiamo, ultimamente le cose tra Gwen e Arthur non sembrano andare troppo bene. Forse Morgana ha scoperto questa cosa e prima che potessero sistemare tra di loro, ha fatto questa magia con la certezza che non avrebbe potuto scioglierla."
Merlin si passò le mani nei capelli, facendo avanti e indietro per la stanza, nervoso.
"Dovremmo comunque fare un tentativo," disse Merlin, avvicinandosi a Gaius. "Chiamiamo Gwen, le spieghiamo la situazione e proviamo a far tornare Arthur normale con il bacio del vero amore..."
"Tentar non nuoce, di sicuro. Nel frattempo, però, ci converrà continuare a cercare qualche altra soluzione," abbozzò l'anziano, sedendosi di nuovo e ricominciando a sfogliare dei libri.
Merlin si chiedeva il perché delle perplessità di Gaius. In fondo, non c'era molto di cui dubitare. Nessuna discussione avrebbe mai potuto dividere davvero Arthur e Gwen, una fase non poteva indebolire il loro amore, a meno che non ci fosse qualcosa che lui non sapeva.
A giudicare dalla sicurezza di Gaius, sembrava quasi di sì. Tuttavia sarebbe stato stupido non avvertirlo in nessun modo se non girandoci intorno, perciò provò a non pensar male e dopo un breve saluto, tornò nelle stanze del futuro Re.
Con sua grandissima sorpresa, Arthur era effettivamente rimasto nella stanza. Non sembrava aver provato a scappare e si era fermato sul tavolo sul quale vi erano dei documenti da finire di leggere e qualche libro. Merlin gli si avvicinò, sospirando.
"Per il momento non abbiamo una soluzione celere. Secondo Gaius Gwen potrebbe essere d'aiuto, se la magia che ti è stata inflitta ha davvero a che fare con l'amore..." Merlin si sedette sulla sedia, ricevendo un gracidio da parte di Arthur di disappunto.
"Oh sì, giusto, è la sedia del futuro Re. No, non mi importa, adesso è molto più importante cercare di risolvere questo problema e lo sai anche tu."
Merlin si portò due dita sulle labbra, pensando a quale altra soluzione avrebbe potuto adottare. Si alzò di scatto. Inutile continuare a pensarci sopra, doveva comunque provare a chiamare Gwen.
***
"Non sono sicura di volerlo fare," disse lei, di fronte alla nuova forma assunta da Arthur.
"E dai Gwen, lo so che vi amate e so che i litigi dell'ultimo periodo non sono così forti dal trattenerti dall'aiutarlo."
La donna fece una smorfia e Merlin sorrise. Sapeva quanto in realtà Gwen ci tenesse e non per nulla era accorsa più velocemente che poteva da lui. Era soltanto una questione di orgoglio. Del resto, sia lei che Arthur erano due teste piuttosto calde, sebbene tra i due Gwen fosse ovviamente quella più riflessiva e pacata.
"Sei sicuro che funzionerà?" chiese Gwen, scostandosi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.
"Sicuro è una parola così grande," osservò Merlin, facendo le spallucce. "Ma conviene provare. Non sappiamo con precisione a cosa abbia legato Morgana l'incantesimo. Se all'amore o a quale altro vincolo... Perciò non caso non andasse bene, non prenderle assolutamente come una tua sconfitta," specificò, cercando di essere il più chiaro possibile.
"Potrebbe andare male?"
"Sì. Ma non sarà colpa tua Gwen, davvero. Dobbiamo... solo sperare che sia questa la soluzione."
Arthur, nella sua forma da rospo, si fece un pochino indietro. Merlin poté quasi giurare di vedere lo sguardo dell'animale vagare verso di lui.
Gwen deglutì, chiuse gli occhi e si avvicinò alla bocca viscida dell'anfibio, depositandovi un bacio leggero.
Quando si tirò su, tutti e tre aspettarono qualche secondo, ma non accadde niente.
"Forse l'effetto non è immediato," ipotizzò Merlin, scuotendo la testa. Gwen strinse le labbra. "Non credo. Penso semplicemente che non sia questa la soluzione..."
Tra di loro cadde un silenzio pesante, mentre Merlin sapeva che avrebbe dovuto farsi venire un'ottima idea o sarebbe stato impossibile riuscire a gestire il Regno nei giorni successivi, dal momento che Uther era in una sorta di coma mentale e Arthur non poteva certo governare così.
"Non importa Gwen," il giovane mago le diede una pacca sulla spalla, "ci abbiamo provato."
La ragazza sorrise mesta e guardò il fidanzato ridotto alla forma di rospo. Merlin poteva immaginare soltanto da lontano cosa stesse provando, anche se dentro di sé qualcosa continuava ad agitarsi e a farlo sentire totalmente impotente.
Se solo avesse potuto fare davvero qualcosa. Se solo la sua magia fosse stata abbastanza potente da spezzare quella di Morgana...
***
Merlin passò la notte sui libri, mentre Arthur era rimasto accovacciato tra le coperte del suo stesso letto incapace di comunicare se non attraverso qualche gracidio.
"Non andrò a dormire finché non avrò trovato una soluzione," disse, guardandolo. Sapeva che Arthur gli avrebbe gridato di andarsi semplicemente a riposare; forse non lo avrebbe detto così esplicitamente, perché era pur sempre un asino reale con mille pretese ed egoista, ma alcune volte si preoccupava davvero della sua salute.
"Il punto è... che se non ha funzionato l'amore, qual è la chiave?" Merlin si sedette sul letto, togliendosi gli stivaletti e appoggiandosi sui cuscini. Arthur gracidò di nuovo, Merlin immaginò il disappunto. "Oh giusto, il letto del futuro Re... chissà quante dame pagherebbero per stare sedute qui con te, adesso. E invece ci sono soltanto io," scherzò, chiudendo il libro.
"Sono così stanco..." sbadigliò. Si stiracchiò e guardò Arthur, prendendolo con entrambe le mani e appoggiandoselo sul petto. L'animale fece una mossa come per saltare via, ma si fermò. Rimase sul petto di Merlin e sebbene fosse soltanto un rospo, il mago poté captare qualcosa nel suo sguardo. Forse preoccupazione, forse tristezza.
Accarezzò la sua testa con due dita, lentamente, sentendo lo strano contatto della pelle viscida sotto i polpastrelli.
"Sai, forse... forse dovrei parlarti adesso che sei così, perché potrei non averne il coraggio in un altro momento..." mormorò, continuando a passare le dita sul suo corpicino. Probabilmente l'Arthur umano lo avrebbe insultato e intimato di smetterla. Non poteva toccare un futuro Re, se non per ragioni puramente di servitù come vestirlo o fargli il bagno.
"Massì..." mormorò, tra sé e sé, "la verità è che mi fai arrabbiare un sacco di volte, Arthur. Mi fai sentire spesso inutile e non comprendi che se sei ancora vivo è grazie a me. Ma del resto questo non posso certo pretendere che tu lo capisca, è normale, in fondo. Spesso nemmeno sembri vedermi. Altre volte invece... altre volte sembra che soltanto tu possa capirmi. Mi guardi come se riuscissi a scrutare nella mia anima e vedere chi sono veramente..." Merlin esitò, prendendolo tra le mani e mettendoselo di fronte al volto. Era così tremendamente vicino al muso dell'animale da sentirsi a disagio. "Però, la verità, è che io non potrei vivere senza di te, Arthur Pendragon. E forse sembrerò stupido e mi prenderai in giro per sempre, ma io farò di tutto, farò... tutto ciò che è in mio potere per proteggerti fino alla fine. Darò la vita e ogni fibra della mia anima, se necessario, perché non voglio vivere nemmeno un giorno senza di te," sussurrò, chiudendo gli occhi e appoggiando le labbra sulla testa dell'animale in un contatto fugace, veloce.
Equivaleva ad un bacio sulla testa, niente di più. Un gesto istintivo, che non sapeva nemmeno da cosa potesse provenire un'idea simile. Che sciocco era stato. E poteva già sentire la voce di Arthur indignarsi non appena sarebbe tornato umano.
Se... Se sarebbe tornato umano.
Il pensiero lo colse come una mazzata sullo stomaco. C'era molto di più che il loro rapporto in ballo, c'era tutto il destino di Camelot. E se lo avesse scoperto anche Uther? Sarebbe morto per il dispiacere.
Merlin aveva soltanto il compito di proteggere Arthur, e non stava di certo facendo un buon lavoro come avrebbe dovuto fare.
Si morse il labbro inferiore, chiudendo gli occhi e cercando di impedirsi di piangere dalla disperazione.
Arthur rimase lì, fermo tra le sue mani e sul suo petto, immobilizzato - ma vivo.
***
Merlin si era addormentato con le braccia sopra al proprio petto e una gamba che penzolava fuori dal letto del giovane futuro Re e l'ultima volta che aveva visto Arthur, la sua forma era ancora quella di un rospo.
Eppure, sempre ammesso che non fosse un sogno, ora al suo fianco c'era la versione umana - anzi, molto più che umana, quasi divina - di Arthur. Era nudo, steso a pancia a sotto e stava palesemente dormendo.
Merlin scattò con la schiena, sorridendo a trentadue denti. Arthur era vivo! Ed era tornato nelle sue sembianze.
Si fermò un secondo a guardare il suo corpo e accarezzò la sua spalla destra con dolcezza, ricordandosi solo in un momento successivo le parole che gli aveva rivolto la sera precedente e vergognandosi un po' di tutta quella situazione. In fondo, però, poteva sempre sperare in una perdita di memoria.
"Sei vivo!" esclamò poi, facendolo sussultare. Arthur artigliò le mani alle lenzuola, svegliandosi di soprassalto.
"Beh Merlin, tecnicamente non sono mai morto," osservò, rispondendo acidamente. Merlin si gettò tra le sue braccia, incurante del fatto che l'altro fosse completamente nudo. Nemmeno Arthur sembrò farci particolarmente caso e questo, in effetti, fu il dato più strano.
Rimasero semplicemente abbracciarti per qualche secondo, per poi staccarsi con un cipiglio di imbarazzo. Merlin lo aveva visto nudo molte volte, quindi non era realmente quello il motivo per cui si stavano comportando così. C'era qualcosa di strano, probabilmente legato a ciò che il giovane mago aveva detto proprio la notte precedente.
"Senti io..." Merlin si grattò dietro la testa, imbarazzato.
"Non dire niente," Arthur si appoggiò un cuscinetto sulle gambe, coprendosi. "Non ce n'è bisogno," fece vagare il suo sguardo azzurro sul volto dell'altro e si umettò le labbra, meditando su come continuare, "non c'è molto di appropriato da dire. Semplicemente... Grazie."
"Oh," il mago abbassò lo sguardo, "non c'è molto di cui ringraziarmi. Non sappiamo perché sei tornato normale, anche se sono lieto che sia successo,"
Arthur sorrise, passando una mano sulla testa di Merlin e scompigliandogli i capelli, con l'aria di chi era convinto di saperne di più.
"Beh, sei stato tutta la notte al mio fianco e hai fatto tutto ciò che potevi... direi che questo basta per provare, come al solito, la tua lealtà nei miei confronti."
Merlin non rispose, abbozzò semplicemente un sorriso.
"E non fare il modesto. So che lo sai e che questi complimenti ti stanno facendo gongolare. Ora aiutami a preparare un bagno caldo e avvertiamo il resto del regno che il futuro Re di Camelot è tornato, così potranno stare tutti tranquilli," disse, alzandosi e lasciando il cuscino sul letto.
Merlin annuì, obbedendo immediatamente all'ordine e dirigendosi verso la porta.
"Ah... Merlin."
"Sì?"
"Sono abbastanza sicuro di non essere tornato così per il bacio di Gwen, nel caso in cui te lo stessi chiedendo. Tuttavia... non dirglielo, ok?"
Ci fu un attimo interminabile di silenzio, dove lo sguardo di Arthur sembrò scrutarlo molto più di quanto non avrebbe dovuto fare. Merlin annuì con la testa, sentendo un fremito dentro di lui, qualcosa che gli aveva fatto intuire cosa realmente l'altro stesse pensando. Tuttavia non voleva dirlo, né nella propria testa, né a voce alta.
"Va bene, Sire," disse soltanto, annuendo.
Si chiuse la porta alle spalle e non poté vedere le dita di Arthur sfiorare la propria fronte, mentre la mano sinistra si fermava all'altezza del cuore.
Il bacio di un servo era stato tutto ciò di cui aveva avuto bisogno.
Fandom: Merlin
Rating: Safe
Pairing: Arthur/Merlin (ma solo verso la fine), accenno alla Arthur/Gwen
Warning: nessuno in particolare.
Note: la fic è ambientata durante - circa - la quarta stagione, considerando che Uther è in fase "trauma".
Prompt: Anfibio
Wordcount: 2489 (ldf)
Note 2: Fanfiction scritta per il cow-t per il team Eva-Lirica. Ho usato la scusa più vecchia del mondo per il prompt: Arthur si trasforma in un rospo e... il resto beh, indovinatelo voi ;)
Come sempre: la fanfiction non è riletta e non è betata. Un giorno, forse, lo sarà.
Quando Merlin se lo ritrovò di fronte agli occhi quasi non volle crederci.
Arthur Pendragon stava gracidando di fronte a lui sotto la forma di un... rospo. Se da un lato avrebbe voluto seriamente dispiacersi per lui, dall'altra non poteva - quasi - far a meno di aver voglia di ridere.
Merlin lo prese tra le mani; certo era un vero disastro: adesso trovare un contro-incantesimo per farlo tornare normale sarebbe potuto essere un compito più difficile del previsto.
"Dovremo inventarci qualcosa," disse il mago, guardandosi intorno, "e sperare che Gaius abbia qualche rimedio per te."
Non poteva usare la magia per aiutarlo, o almeno non così palesemente. Sarebbe stato troppo rischioso e non poteva avere la garanzia che Arthur avrebbe perso la memoria una volta tornato umano. Anzi, le possibilità erano minime.
Era successo tutto durante uno scontro con Morgana, la quale aveva lanciato un incantesimo potentissimo su di lui. La maledizione, apparentemente, doveva essere permanente, ma Merlin sapeva benissimo che ci sarebbe stato un modo per salvarlo, al di là di ciò che diceva la giovane strega.
Arthur gracidò e Merlin poté quasi percepire il disappunto da quel verso.
"Sì, lo so, 'Merlino fammi tornare al più presto come prima', posso sentirti parlare anche mentre sei un maledetto rospo" esclamò, esasperato. Appoggiò il principe - o ciò che ne rimaneva - sul letto e lo guardò intensamente, puntandogli il dito contro.
"Ora rimarrai qui, non ti muoverai e aspetterai che chiami Gaius. Non muoverti per nessun motivo. E so cosa stai pensando: 'Non prendo ordini da te, Merlino', perfetto, di solito alzerei gli occhi al cielo e... no, anzi, anche oggi lo farò." Merlin guardò verso il soffitto e poi di nuovo Arthur. "Quindi, hai capito bene?"
In tutta risposta, Arthur emise un verso, sistemandosi piano sulle coperte.
Merlin fece un cenno con la testa e chiuse alle proprie spalle la porta della stanza.
Se solo avesse potuto usare lui stesso la magia, forse sarebbe stato più semplice.
***
"Un rospo?" Gaius si lasciò scappare una risata, finendo di distillare un siero per Uther. Le condizioni del Re peggioravano di giorno in giorno e di certo Camelot non poteva permettersi la perdita del principe in un momento simile. Fortunatamente Merlin lo aveva protetto a dovere, ma non era bastato a impedire quella trasformazione, apparentemente.
"Morgana è una maga molto potente, non sarà facile contrastare la sua magia..." osservò il vecchio medico, imbottigliando il distillato. "Dobbiamo trovare subito una soluzione. Ecco, prendi quei libri," indicò una serie di manuali su uno scaffale e Merlin si allungò a prenderne uno.
"Non potrei semplicemente preparare qualche genere di amuleto? O... non so, provare a fare una magia indiretta."
Gaius si strinse nelle spalle.
"Vedi Merlin, la cosa buffa è che la maggior parte delle magie che implicano la trasfigurazione in un animale, richiedono un gesto... d'amore. In questo caso, se l'incantesimo è quello che penso, solo un atto d'amore potrebbe far tornare Arthur come prima."
Merlin aggrottò le sopracciglia, confuso.
"Dovrebbe bastare chiamare Gwen per questo."
Gaius inarcò il sopracciglio.
"Forse. Non sono convinto che sia così semplice. Altrimenti perché Morgana lo avrebbe fatto?" sfogliò le pagine del libro, cercando una voce riguardante le maledizioni con umani trasfigurati in animali di vario tipo. Gaius aveva ragione, in effetti Arthur era stato proprio trasformato in un rospo.
"Solo il bacio del vero amore..." lesse Gaius, alzando lo sguardo verso Merlin, il quale lo guardò con fare interrogativo.
"Gwen."
Gaius sistemò la lente d'ingrandimento che usava per leggere e scosse la testa.
"Non credo che sia Gwen la soluzione. Il legame di cui parla questo incantesimo è... molto profondo e da ciò che sappiamo, ultimamente le cose tra Gwen e Arthur non sembrano andare troppo bene. Forse Morgana ha scoperto questa cosa e prima che potessero sistemare tra di loro, ha fatto questa magia con la certezza che non avrebbe potuto scioglierla."
Merlin si passò le mani nei capelli, facendo avanti e indietro per la stanza, nervoso.
"Dovremmo comunque fare un tentativo," disse Merlin, avvicinandosi a Gaius. "Chiamiamo Gwen, le spieghiamo la situazione e proviamo a far tornare Arthur normale con il bacio del vero amore..."
"Tentar non nuoce, di sicuro. Nel frattempo, però, ci converrà continuare a cercare qualche altra soluzione," abbozzò l'anziano, sedendosi di nuovo e ricominciando a sfogliare dei libri.
Merlin si chiedeva il perché delle perplessità di Gaius. In fondo, non c'era molto di cui dubitare. Nessuna discussione avrebbe mai potuto dividere davvero Arthur e Gwen, una fase non poteva indebolire il loro amore, a meno che non ci fosse qualcosa che lui non sapeva.
A giudicare dalla sicurezza di Gaius, sembrava quasi di sì. Tuttavia sarebbe stato stupido non avvertirlo in nessun modo se non girandoci intorno, perciò provò a non pensar male e dopo un breve saluto, tornò nelle stanze del futuro Re.
Con sua grandissima sorpresa, Arthur era effettivamente rimasto nella stanza. Non sembrava aver provato a scappare e si era fermato sul tavolo sul quale vi erano dei documenti da finire di leggere e qualche libro. Merlin gli si avvicinò, sospirando.
"Per il momento non abbiamo una soluzione celere. Secondo Gaius Gwen potrebbe essere d'aiuto, se la magia che ti è stata inflitta ha davvero a che fare con l'amore..." Merlin si sedette sulla sedia, ricevendo un gracidio da parte di Arthur di disappunto.
"Oh sì, giusto, è la sedia del futuro Re. No, non mi importa, adesso è molto più importante cercare di risolvere questo problema e lo sai anche tu."
Merlin si portò due dita sulle labbra, pensando a quale altra soluzione avrebbe potuto adottare. Si alzò di scatto. Inutile continuare a pensarci sopra, doveva comunque provare a chiamare Gwen.
***
"Non sono sicura di volerlo fare," disse lei, di fronte alla nuova forma assunta da Arthur.
"E dai Gwen, lo so che vi amate e so che i litigi dell'ultimo periodo non sono così forti dal trattenerti dall'aiutarlo."
La donna fece una smorfia e Merlin sorrise. Sapeva quanto in realtà Gwen ci tenesse e non per nulla era accorsa più velocemente che poteva da lui. Era soltanto una questione di orgoglio. Del resto, sia lei che Arthur erano due teste piuttosto calde, sebbene tra i due Gwen fosse ovviamente quella più riflessiva e pacata.
"Sei sicuro che funzionerà?" chiese Gwen, scostandosi una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio.
"Sicuro è una parola così grande," osservò Merlin, facendo le spallucce. "Ma conviene provare. Non sappiamo con precisione a cosa abbia legato Morgana l'incantesimo. Se all'amore o a quale altro vincolo... Perciò non caso non andasse bene, non prenderle assolutamente come una tua sconfitta," specificò, cercando di essere il più chiaro possibile.
"Potrebbe andare male?"
"Sì. Ma non sarà colpa tua Gwen, davvero. Dobbiamo... solo sperare che sia questa la soluzione."
Arthur, nella sua forma da rospo, si fece un pochino indietro. Merlin poté quasi giurare di vedere lo sguardo dell'animale vagare verso di lui.
Gwen deglutì, chiuse gli occhi e si avvicinò alla bocca viscida dell'anfibio, depositandovi un bacio leggero.
Quando si tirò su, tutti e tre aspettarono qualche secondo, ma non accadde niente.
"Forse l'effetto non è immediato," ipotizzò Merlin, scuotendo la testa. Gwen strinse le labbra. "Non credo. Penso semplicemente che non sia questa la soluzione..."
Tra di loro cadde un silenzio pesante, mentre Merlin sapeva che avrebbe dovuto farsi venire un'ottima idea o sarebbe stato impossibile riuscire a gestire il Regno nei giorni successivi, dal momento che Uther era in una sorta di coma mentale e Arthur non poteva certo governare così.
"Non importa Gwen," il giovane mago le diede una pacca sulla spalla, "ci abbiamo provato."
La ragazza sorrise mesta e guardò il fidanzato ridotto alla forma di rospo. Merlin poteva immaginare soltanto da lontano cosa stesse provando, anche se dentro di sé qualcosa continuava ad agitarsi e a farlo sentire totalmente impotente.
Se solo avesse potuto fare davvero qualcosa. Se solo la sua magia fosse stata abbastanza potente da spezzare quella di Morgana...
***
Merlin passò la notte sui libri, mentre Arthur era rimasto accovacciato tra le coperte del suo stesso letto incapace di comunicare se non attraverso qualche gracidio.
"Non andrò a dormire finché non avrò trovato una soluzione," disse, guardandolo. Sapeva che Arthur gli avrebbe gridato di andarsi semplicemente a riposare; forse non lo avrebbe detto così esplicitamente, perché era pur sempre un asino reale con mille pretese ed egoista, ma alcune volte si preoccupava davvero della sua salute.
"Il punto è... che se non ha funzionato l'amore, qual è la chiave?" Merlin si sedette sul letto, togliendosi gli stivaletti e appoggiandosi sui cuscini. Arthur gracidò di nuovo, Merlin immaginò il disappunto. "Oh giusto, il letto del futuro Re... chissà quante dame pagherebbero per stare sedute qui con te, adesso. E invece ci sono soltanto io," scherzò, chiudendo il libro.
"Sono così stanco..." sbadigliò. Si stiracchiò e guardò Arthur, prendendolo con entrambe le mani e appoggiandoselo sul petto. L'animale fece una mossa come per saltare via, ma si fermò. Rimase sul petto di Merlin e sebbene fosse soltanto un rospo, il mago poté captare qualcosa nel suo sguardo. Forse preoccupazione, forse tristezza.
Accarezzò la sua testa con due dita, lentamente, sentendo lo strano contatto della pelle viscida sotto i polpastrelli.
"Sai, forse... forse dovrei parlarti adesso che sei così, perché potrei non averne il coraggio in un altro momento..." mormorò, continuando a passare le dita sul suo corpicino. Probabilmente l'Arthur umano lo avrebbe insultato e intimato di smetterla. Non poteva toccare un futuro Re, se non per ragioni puramente di servitù come vestirlo o fargli il bagno.
"Massì..." mormorò, tra sé e sé, "la verità è che mi fai arrabbiare un sacco di volte, Arthur. Mi fai sentire spesso inutile e non comprendi che se sei ancora vivo è grazie a me. Ma del resto questo non posso certo pretendere che tu lo capisca, è normale, in fondo. Spesso nemmeno sembri vedermi. Altre volte invece... altre volte sembra che soltanto tu possa capirmi. Mi guardi come se riuscissi a scrutare nella mia anima e vedere chi sono veramente..." Merlin esitò, prendendolo tra le mani e mettendoselo di fronte al volto. Era così tremendamente vicino al muso dell'animale da sentirsi a disagio. "Però, la verità, è che io non potrei vivere senza di te, Arthur Pendragon. E forse sembrerò stupido e mi prenderai in giro per sempre, ma io farò di tutto, farò... tutto ciò che è in mio potere per proteggerti fino alla fine. Darò la vita e ogni fibra della mia anima, se necessario, perché non voglio vivere nemmeno un giorno senza di te," sussurrò, chiudendo gli occhi e appoggiando le labbra sulla testa dell'animale in un contatto fugace, veloce.
Equivaleva ad un bacio sulla testa, niente di più. Un gesto istintivo, che non sapeva nemmeno da cosa potesse provenire un'idea simile. Che sciocco era stato. E poteva già sentire la voce di Arthur indignarsi non appena sarebbe tornato umano.
Se... Se sarebbe tornato umano.
Il pensiero lo colse come una mazzata sullo stomaco. C'era molto di più che il loro rapporto in ballo, c'era tutto il destino di Camelot. E se lo avesse scoperto anche Uther? Sarebbe morto per il dispiacere.
Merlin aveva soltanto il compito di proteggere Arthur, e non stava di certo facendo un buon lavoro come avrebbe dovuto fare.
Si morse il labbro inferiore, chiudendo gli occhi e cercando di impedirsi di piangere dalla disperazione.
Arthur rimase lì, fermo tra le sue mani e sul suo petto, immobilizzato - ma vivo.
***
Merlin si era addormentato con le braccia sopra al proprio petto e una gamba che penzolava fuori dal letto del giovane futuro Re e l'ultima volta che aveva visto Arthur, la sua forma era ancora quella di un rospo.
Eppure, sempre ammesso che non fosse un sogno, ora al suo fianco c'era la versione umana - anzi, molto più che umana, quasi divina - di Arthur. Era nudo, steso a pancia a sotto e stava palesemente dormendo.
Merlin scattò con la schiena, sorridendo a trentadue denti. Arthur era vivo! Ed era tornato nelle sue sembianze.
Si fermò un secondo a guardare il suo corpo e accarezzò la sua spalla destra con dolcezza, ricordandosi solo in un momento successivo le parole che gli aveva rivolto la sera precedente e vergognandosi un po' di tutta quella situazione. In fondo, però, poteva sempre sperare in una perdita di memoria.
"Sei vivo!" esclamò poi, facendolo sussultare. Arthur artigliò le mani alle lenzuola, svegliandosi di soprassalto.
"Beh Merlin, tecnicamente non sono mai morto," osservò, rispondendo acidamente. Merlin si gettò tra le sue braccia, incurante del fatto che l'altro fosse completamente nudo. Nemmeno Arthur sembrò farci particolarmente caso e questo, in effetti, fu il dato più strano.
Rimasero semplicemente abbracciarti per qualche secondo, per poi staccarsi con un cipiglio di imbarazzo. Merlin lo aveva visto nudo molte volte, quindi non era realmente quello il motivo per cui si stavano comportando così. C'era qualcosa di strano, probabilmente legato a ciò che il giovane mago aveva detto proprio la notte precedente.
"Senti io..." Merlin si grattò dietro la testa, imbarazzato.
"Non dire niente," Arthur si appoggiò un cuscinetto sulle gambe, coprendosi. "Non ce n'è bisogno," fece vagare il suo sguardo azzurro sul volto dell'altro e si umettò le labbra, meditando su come continuare, "non c'è molto di appropriato da dire. Semplicemente... Grazie."
"Oh," il mago abbassò lo sguardo, "non c'è molto di cui ringraziarmi. Non sappiamo perché sei tornato normale, anche se sono lieto che sia successo,"
Arthur sorrise, passando una mano sulla testa di Merlin e scompigliandogli i capelli, con l'aria di chi era convinto di saperne di più.
"Beh, sei stato tutta la notte al mio fianco e hai fatto tutto ciò che potevi... direi che questo basta per provare, come al solito, la tua lealtà nei miei confronti."
Merlin non rispose, abbozzò semplicemente un sorriso.
"E non fare il modesto. So che lo sai e che questi complimenti ti stanno facendo gongolare. Ora aiutami a preparare un bagno caldo e avvertiamo il resto del regno che il futuro Re di Camelot è tornato, così potranno stare tutti tranquilli," disse, alzandosi e lasciando il cuscino sul letto.
Merlin annuì, obbedendo immediatamente all'ordine e dirigendosi verso la porta.
"Ah... Merlin."
"Sì?"
"Sono abbastanza sicuro di non essere tornato così per il bacio di Gwen, nel caso in cui te lo stessi chiedendo. Tuttavia... non dirglielo, ok?"
Ci fu un attimo interminabile di silenzio, dove lo sguardo di Arthur sembrò scrutarlo molto più di quanto non avrebbe dovuto fare. Merlin annuì con la testa, sentendo un fremito dentro di lui, qualcosa che gli aveva fatto intuire cosa realmente l'altro stesse pensando. Tuttavia non voleva dirlo, né nella propria testa, né a voce alta.
"Va bene, Sire," disse soltanto, annuendo.
Si chiuse la porta alle spalle e non poté vedere le dita di Arthur sfiorare la propria fronte, mentre la mano sinistra si fermava all'altezza del cuore.
Il bacio di un servo era stato tutto ciò di cui aveva avuto bisogno.